Descrizione
Il ritmo del testo in grìko ha la fissità e la ripetitività del lamento funebre e della nenia, ma soprattutto di una tradizione che affidava la propria storia a una letteratura orale, e la scolpiva negli accenti tonici, nel ritmo sempre uguale, estraniante, rituale (o terapeutico) del verso. L’epos dell’endecasillabo, e quindi la varietà del racconto, nella poesia del De Santis, sono incastonati nella ripetitività dei cicli vitali, nell’uguaglianza del tempo agricolo e del tempo metrico. Il verso grìko del De Santis vuole afferrare la vita e rappresentarla una volta per tutte, come intorno a un vaso di terracotta, fissandola dentro geometrie nere iterative su uno sfondo di terra rossa (salentina).