Descrizione
Pippina Guida si racconta sollecitata in un’intervista da Luigi Mengoli e Salvatore Colazzo. Rievoca così i canti della sua infanzia, episodi della sua vita, squarci di vicende della comunità di Spongano. Un libro per conoscere uno dei personaggi più significativi della scena della musica popolare salentina.
“Ho sempre cantato, da quando ero piccola nel grembo di mia madre ho cominciato a cantare e crescendo in casa mia ho sempre sentito cantare e io stessa cantavo, e si raccontava: ho imparato tutte le storie e ho appreso molte canzoni. Abbiamo cantato sempre in casa mia, […] un tempo tutti cantavano in paese […]. Ho cresciuto tanti figli, tutti col canto. Li ho addormentati cantando, tutti, uno a uno li ho cresciuti col canto, e siamo stati una famiglia unita, fatta di brave e rispettose persone” (p. 10).
Dedicato a Pippina Guida, nata il 4 giugno 1926, di Spongano. La sua esistenza appare punteggiata dalla musica. Quando nascono i Cantori dei Menamenamò aderisce entusiasticamente al progetto, divenendo ben presto una figura di riferimento. Ha partecipato a numerose serate, arrivando a calcare, assieme agli altri componenti del gruppo vocale, il palco della Notte della Taranta.
Alla stesura del libro ha concorso oltre a Luigi Mengoli, etnomusicologo, direttore dell’Archivio Etnografico e Musicale “Pietro Sassu” di Spongano, nonché promotore e animatore dei Menamenamò, anche Salvatore Colazzo, musicologo e pedagogista, che da anni, per il Dipartimento di Scienze Pedagogiche, Psicologiche e Didattiche dell’Università del Salento, segue le iniziative legate a Luigi Mengoli, studiandole come caso esemplare di animazione socio-culturale del territorio, attraverso il recupero della memoria ad opera della comunità, chiamata ad attivamente rapportarsi alla tradizione, per farne occasione di empowerment individuale e di gruppo.